Scegliere gli spettacoli insieme al pubblico. L’esempio de “l’Italia dei visionari”

foto VISIONARI

Il #fact02 dell’edizione 2022 di Fattidicultura sarà un dibattito sulle modalità di coinvolgimento e “formazione” del pubblico teatrale. Le compagnie che hanno dato vita al progetto 4D TEATRO, Ars Creazione e Spettacolo, Carrozzeria Orfeo, Teatro all’Improvviso e Teatro Magro dialogheranno con Cira Santoro, curatrice del progetto “Sciroppo di Teatro”.

4D porta avanti l’esperienza degli Spettatori Mobili, nata grazie al progetto PnP Pubblico non Privato, realizzato da Teatro Magro e Zero Beat tra il 2017 ed il 2022. Sono “mobili” questi spettatori in quanto nel periodo estivo frequentano, accompagnati dagli operatori, festival teatrali in varie parti della penisola. Vedono spettacoli, li commentano, li valutano e stilano un elenco dei titoli che vorrebbero fossero ospitati all’interno della stagione successiva. 

Un’altra importante esperienza che ruota sempre attorno a strategie di coinvolgimento degli spettatori nella preparazione delle rassegne, è quella dell’Italia dei Visionari, che però si basa sulla visione “da remoto” dei video integrali delle piéce.

L’Italia dei Visionari è un progetto ideato dal regista e drammaturgo Luca Ricci e promosso congiuntamente da CapoTrave/Kilowatt nell’ambito del progetto europeo “Be SpectACTive!”. Ogni anno viene lanciato un bando per singoli artisti e per compagnie emergenti e indipendenti che operano professionalmente nel teatro contemporaneo, nella danza e nella performing art. Ogni spettacolo viene presentato con una presentazione completa e un video. In ognuna delle città coinvolte nel progetto viene formato un gruppo di spettatori attivi, cittadini appassionati di teatro e danza, noto appunto come “I Visionari”, incaricato di esaminare tutti i materiali ricevuti. I diversi gruppi di Visionari lavorano in completa autonomia rispetto agli altri gruppi e scelgono spettacoli diversi per la programmazione di ciascuna delle istituzioni/teatri/festival coinvolti.*

Abbiamo intervistato per il sito Fattidicultura.it Paolo Zaccaria e Irma Ridolfini dell’Associazione Culturale NAHIA. Attori, animatori culturali, organizzano rassegne  nel territorio dell’area nord della provincia di Modena, a pochi chilometri dal confine con la provincia di Mantova. Il progetto Tipì Teatro Partecipato, di cui sono dal 2016 ideatori e curatori, fa parte de “L’Italia dei visionari”. 


Da quanto tempo fate parte dell’Italia dei visionari?

Facciamo parte dell’Italia dei Visionari dal 2018, quindi con il prossimo bando saremo al sesto anno della nostra partecipazione.

In quali spazi e comuni operate con questo progetto?

Attualmente operiamo presso l’Auditorium Volmer Fregni del Comune di San Prospero, di cui ci siamo aggiudicati la gestione. Nei primi due anni di attività organizzavamo spettacoli nell’auditorium della biblioteca del Comune di San Felice sul Panaro. Copriamo un’area abbastanza ampia. Sempre per rimanere in tema di spettacoli scelti dai “visionari”, nella stagione 2021/2022 abbiamo portato due titoli, uno a San Prospero e l’altro a Concordia sulla Secchia, nell’ambito della rassegna teatrale estiva. Anche nella stagione a venire, che presenteremo a breve, ospiteremo due spettacoli scelti quest’anno insieme ai “visionari”.


Dopo anni di esperienza, che effetto avete visto sul vostro pubblico e sui “visionari” che collaborano con voi?

E’ un’esperienza particolare. Il dialogo che si crea nel gruppo evolve man mano che entrano a farne parte persone nuove, con sensibilità diverse, esperienze diverse. A volte uno spettacolo richiede più visioni, perché nel momento del confronto qualcuno pone l’accento su aspetti che svelano chiavi interpretative diverse, stimolando chi magari non aveva giudicato il titolo positivamente a rivederlo e rivalutarlo. Dal nostro punto di vista la cosa interessante è toccare con mano che il teatro è ancora un mezzo per creare un cambiamento, stimolare discussioni, confronto. E’ molto bello, perché nelle riunioni non si parla solo di aspetti formali, ma soprattutto di contenuti e idee. C’è una cosa che mi colpisce ogni volta; nella sera dello spettacolo, dopo gli applausi finali, chiediamo sempre alla compagnia di rimanere qualche minuto a parlare con i visionari e con il pubblico. Una cosa bella e positiva è che anche il resto della platea si incuriosisce, rimane, fa domande. Quindi l’interesse dei “visionari” in queste occasioni si trasmette, contagia anche gli altri spettatori. 


* Questo paragrafo e l’immagine di copertina sono presi dal sito https://www.kilowattfestival.it/italia-dei-visionari/