Di cosa sono fatte le città? Tre progetti che fanno di un luogo un mondo: a Rosarno, Favara e Torino

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Di cosa sono fatte le città? Semplificando, di case e persone. Un binomio imprescindibile che racchiude un senso di accoglienza, comunità e incontro. Ma, se stimolate, sono anche fucine di cultura e di saperi, tramandati e condivisi, per andare oltre l’asettica quotidianità e la pura infrastruttura urbana. Da questa idea semplice si sono sviluppati progetti che partono dall’idea di un luogo e ne fanno un mondo. A Rosarno, come a Favara, come a Torino: andiamo a sbirciare cosa accade oggi a tre progetti che ci stanno molto a cuore e che hanno conquistato il pubblico di Fattidicultura tra il 2014 e il 2016. Se passate di là, indagate dal vivo.

A di città – Fattidicultura 2016

A di Città è un progetto di Rigenerazione urbana, economica e sociale che trasforma i quartieri in cui opera in Case-Laboratorio dove si sperimentano nuove forme di cittadinanza attiva unendo partecipazione e cultura. Il progetto prende forma tra Ferrara, Bordeaux e Rosarno tra il 2011 e il 2012 dall’idea di 6 giovani studenti e professionisti provenienti da tutta Italia. L’esigenza di lavorare nella città di Rosarno nasce dopo le rivolte degli africani e gli scontri del gennaio 2010, legati alle condizioni del lavoro stagionale nella raccolta degli agrumi, cardine dell’economia del territorio, gravato da una crisi pluriennale. La necessità è quella di avvicinare istituzioni e popolazione, cittadini stranieri e italiani, riparlare di città e di cittadinanza attraverso un nuovo modo di fare cultura, mettere a sistema le varie competenze del territorio e altre realtà italiane e straniere, lavorando con i temi dell’Arte, dell’Architettura, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, dare risultati tangibili in poco tempo. A di Città va avanti grazie al lavoro di tanti volontari e di un gruppo operativo che crede nelle potenzialità dei cittadini e dei luoghi “invisibili”. Avere sperimentato l’arte e l’architettura nello spazio pubblico ha permesso di coinvolgere facilmente i cittadini, dai bambini ai più anziani, che hanno “adottato” gli interventi di riqualificazione e hanno iniziato a guardare più consapevoli il loro ruolo nella città e le risorse dei loro luoghi. I due festival e i vari eventi organizzati durante i primi anni di attività son stati feste in cui studenti, artisti, cittadini e amministratori si sono confrontati, conosciuti e hanno intessuto reti lunghe di comunità.

La pagina Facebook del progetto


Farm Cultural Park – Fattidicultura 2017

Fondata il 25 giugno 2010 dal notaio Andrea Bartoli e dalla moglie l’avvocato Florinda Saieva, sorge all’interno del Cortile Bentivegna, un aggregato a sua volta costituito da sette piccoli cortili che ospitano piccoli palazzi di matrice araba ed è situato nei pressi del centro storico di Favara. Oltre che come museo si propone anche come centro culturale e turistico dove vengono allestite mostre pittoriche temporanee e installazioni permanenti di arte contemporanea. Inoltre vi sono residenze per artisti e vengono svolte presentazioni di libri e vari corsi di architettura. Lo scopo principale di questo progetto è quello di recuperare tutto il centro storico di Favara e trasformare il paese nella seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi. I tre luoghi che hanno ispirato questo progetto sono il Palais de Tokyo di Parigi, sede della cultura contemporanea ed anche luogo di intrattenimento; Marrakech, piazza principale del Marocco, luogo alquanto suggestivo e ricco di intrattenimento e ristoro e il mercato di Camden Town, dove comprare oggetti di qualsiasi tipo e mangiare cibo di qualsiasi parte del mondo. Nel 2011 il museo ha vinto il Premio Cultura di Gestione di Federculture e l’anno seguente è stata invitata alla XXIII Mostra internazionale di architettura di Venezia. Il blog britannico Purple Travel ha collocato il Farm Cultural Park e Favara al sesto posto al mondo come meta turistica dell’arte contemporanea preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.

Sito web: www.farmculturalpark.com


Di Casa in Casa – Rete case del Quartiere (Torino) – Fattidicultura 2014

Il desiderio di costruire un coordinamento della Rete delle Case di Quartiere a Torino, diventa una concreta possibilità nell’aprile del 2014, con il progetto “Di Casa in Casa” che vince il primo premio (del valore di 100.000 euro) del Bando nazionale per la Cultura “Che Fare2”. L’obiettivo del Progetto “Di Casa in Casa” è quello di “crescere insieme” attraverso il consolidamento di una rete mettendo in comune saperi, esperienze e progetti. La rete vuole dar vita ad un percorso di formazione permanente, un laboratorio capace di valutare e di ripensare il proprio agire attraverso il confronto fra le esperienze; costruire nuovi network con i vari gruppi che operano nelle case per favorire l’incontro e la conoscenza, per stimolare sinergie, pensieri e progetti comuni; sperimentare un nuovo modello di welfare community capace di alimentare pratiche di inclusione sociale che utilizzino le reti informali, vicinali, familiari e amicali; sviluppare la maggiore auto-sostenibilità possibile, condividendo attività economiche socialmente compatibili, attività di fundraising e di crowdfunding; dar vita ad una comunicazione efficace fra le Case e con i cittadini, utilizzando al meglio i social network e valorizzando le reti sociali territoriali; progettare insieme per la città, contribuendo ad una politica cittadina fondata sui quartieri come risorsa e sui cittadini come protagonisti. Quello della Casa del Quartiere rappresenta un modello che risponde a bisogni diffusi nelle nostre città ed è replicabile non solo a livello regionale, ma anche nazionale ed europeo.

Sito web: www.retecasedelquartiere.org

Alla prossima settimana!