L’archivio è inevitabile, involontario, necessario. Da Adamo ed Eva in poi.

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In principio Dio creò l’uomo e la donna. Adamo ed Eva crearono il primo archivio della storia.

E’ sufficiente esistere, per produrre un archivio. Per ogni bambino che oggi nasce, viene subito scritto un documento con il suo nome, data e ora di nascita. Poi vengono la registrazione all’anagrafe, all’Agenzia delle Entrate e tutti gli altri uffici che conosciamo. Ogni neonato è il vero protagonista e produttore del proprio archivio, anche se per interposta persona. La produzione di un archivio è involontaria, inevitabile, necessaria.

libriL’archivio quindi NON è una collezione; NON è una raccolta volontaria e arbitraria; NON è una biblioteca. Archivisti e bibliotecari si intendono molto meno di quanto comunemente si creda. Semplificando un po’, per il bibliotecario le caratteristiche estrinseche del libro hanno un valore solo per le edizioni antiche e/o di pregio; altrimenti conta solo il contenuto, il messaggio, il testo. Per l’archivista la forma è spesso sostanza, perché un documento privo di determinati requisiti formali potrebbe rivelarlo come un falso. La forma dei documenti ufficiali non è libera, è definita per legge.

Ancora: il bibliotecario sa che i libri sugli scaffali possono essere ordinati secondo vari criteri, senza che questi diventino regole assolute. Per l’archivista il riordino di un archivio deve necessariamente rispettare la classificazione definita per legge. E anche quando si tratta di archivi privati, l’archivista si concentra prevalentemente non tanto sul mettere in evidenza i singoli documenti (per quanto interessanti), ma sul descrivere la serie nella quale quei documenti sono inseriti.

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E’ una questione di forma mentis. L’archivista ha l’ansia, l’ambizione e, al tempo stesso, l’illusione, mentre riordina un archivio, di classificare la realtà. Di frenare l’avanzata dell’oblio; di perpetuare la memoria. A volte l’archivista esagera, come chi stringe troppo forte, nel palmo di una mano, la sabbia, per possederla.

Ma è proprio “nelle classificazioni che la vita rivela il suo struggente balenìo, nei protocolli che cercano di catalogarla e ne pongono in tal modo in evidenza l’irriducibile residuo di mistero e di incanto”. Lo scoprirete la sera di martedì 24 settembre, con lo spettacolo di Teatro Magro, Zero Beat e Charta, “Tutto a posto!”. L’archivio regala “improvvisi bagliori”, “fuochi fatui” provenienti da qualcosa che non è più, ma che in quel momento ci parla e ci apre una prospettiva, ci suggerisce un’interpretazione, ci offre una nuova chiave di lettura della realtà.

L’archivio regala scie luminose e affascinanti, in grado di aprire impensabili prospettive di vita.

Partecipare a FATTICULT vi farà scoprire che gli archivi contengono molta più vita di quanto pensiate.
E per chi partecipa al maggior numero di possibile di appuntamenti, in palio un esclusivo buono per la consultazione gratuita, presso un Archivio di Stato, di cui ora non possiamo rivelare il nome, del mitico archivio di Adamo ed Eva.

Vi aspettiamo
Giuliano Annibaletti